di Antonio Moresco
regia Maurizio Lupinelli
con Maurizio Lupinelli
con la collaborazione di Elisa Pol e Eugenio Sideri
disegno luci Filippo Trambusti
produzione Armunia Festival Costa degli Etruschi e Nerval Teatro
debutto spettacolo 13 luglio 2007, Festival Inequilibrio, Castiglioncello (LI)
Fuoco nero eĢ un dramma che attraversa lāintera vicenda umana, storica, biologica e cosmica, un viaggio onirico e crudele dove lāattore cerca una via dāuscita attraverso il corpo e i corpi, la luce e il buio. Il corpo vivo dellāattore che si suicida, nel passaggio da un personaggio allāaltro, senza chiara intenzione, se non quella di rivendicare la propria esistenza, la propria impossibilitaĢ, il proprio continuare crudele nella distruzione. Il gioco in cui lo spettatore si trova eĢ chiaro fin dal principio: ā… anche la luce eĢ buio… No anche il buio eĢ luce…ā
A proposito di questo spettacolo Maurizio Lupinelli scrive: āRiparto da Fuoco Nero di Antonio Moresco, un testo fortemente voluto da me e nato da un rapporto di stima e di amicizia. Di Moresco mi piacciono i suoi libri e la sua faccia, quanto basta per complicarsi la vita, percheĢ questa, infatti, eĢ la prima tappa di un percorso che mi porteraĢ a mettere in scena altri suoi testi. In Fuoco Nero affronto una tematica a me molto vicina: la morte come lasciapassare per la vita. Entrare e uscire da quei corpi che nella scrittura di Moresco tā inchiodano giaĢ nella pagina scritta. Come tradurli sulla scena? Come in Artaud o in LautreĢamont la scrittura eĢ visionaria. Metterla in vita sul palco significa andare alla stessa velocitaĢ, ma il rischio eĢ di rimanere imbrigliato nelle parole, quindi niente scarto, niente vita. Mi sono chiesto come trovare la crudeltaĢ dellāattore, lāandare oltre. Dovevo oltrepassare col mio corpo questa scrittura, farla mia, riscriverla attraverso i gesti e lo sforzo psichico ed eĢ in questo senso che Moresco mi ha dato la possibilitaĢ di abbatterla e di esserle fedele. Ecco la crudeltaĢ della sua scrittura: una scrittura classica e allo stesso tempo infuocata. Mi eĢ stato chiesto il percheĢ mi cimentassi in una messa in scena cosiĢ difficile. Il punto eĢ proprio questo: lāattore non eĢ forse un percheĢ, una ricerca continua? Considero questo lavoro una grande sfida, un laboratorio personale, un esercizio preziosissimoā.