di Samuel Beckett
traduzione di Carlo Fruttero
con Barbara Caviglia, Carlo De Leonardo, Maurizio Lupinelli, Matteo Salza
regia di Maurizio Lupinelli
aiuto regia Elisa Pol
scena e costumi Federica FamĂ
un ringraziamento particolare a Tolja Djokovic
organizzazione Ilenia Carrone
logistica Eleonora Cavallo
amministrazione Federica Giuliano
produzione Nerval Teatro
con il sostegno di MIBACT – Bando AccessibilitĂ 2024
Lo spettacolo è accessibile al pubblico sordo segnate grazie alla presenza in scena di interprete LIS e al pubblico cieco o ipovedente
debutto spettacolo 1-2 luglio 2025, Artificerie Almagià , Ravenna Festival
Tra i testi più rappresentati di Samuel Beckett, Finale di partita vede in scena quattro personaggi: due uomini, Hamm e Clov, e gli anziani genitori del primo, Nagg e Nell. Ognuno dei personaggi è costretto a vivere in una sorta di bunker, poiché l’ambiente esterno sembra essere andato distrutto a causa di una qualche non ben identificata catastrofe.
I quattro personaggi, nei loro dialoghi apparentemente assurdi, evocano un passato ormai lontano, quando fuori dal bunker l’ambiente non era così ostile. La vita evocata dei protagonisti sembra essere di gran lunga migliore rispetto all’esistenza che stanno vivendo dentro il bunker. A ben vedere, anzi, quella che vivono è una sorta di non-vita, scandita da ritmi e rituali sempre uguali a sé stessi, senza alcun significato. Ad ogni modo, questa situazione sembra giungere a un cambio di rotta: Clov si mostra seriamente intenzionato ad uscire dal bunker, lasciando solo Hamm, il quale nel corso della vicenda ha perso entrambi i genitori.
Da oltre dieci anni, Nerval Teatro attraversa la drammaturgia di Beckett con il gruppo di attori e attrici diversamente del Laboratorio Permanente di Rosignano M. (LI), dal primo spettacolo Attraversamenti (2015) fino a Winnie (2017) e infine Sinfonia Beckettiana (2018): questi allestimenti hanno messo in evidenza quanto questi attori fossero giusti e perfetti nelle drammaturgie di Beckett, nello stare sulla scena coi i loro corpi e gli sguardi stralunati, l’ironia e il divertimento del gioco. Dal loro punto di vista l’agire scenico è come un gioco: possono ripetere tante volte la stessa scena, come fosse la prima volta, e in Beckett tutto ciò è una dimensione perfetta per lo sviluppo della drammaturgia dei suoi testi. L’esempio piĂą calzante è forse l’ultima creazione della compagnia allestita nel settembre 2023, La Buca, che vede in scena un attore diversamente abile – Carlo De Leonardo – e Maurizio Lupinelli, in un gioco continuo di slittamenti tra i personaggi di Aspettando Godot, Finale di partita e Giorni felici: qui è l’attore diversamente abile a condurre il gioco e a portare il secondo attore per mano. Anche in questo caso la drammaturgia, apparentemente libera nel suo farsi, diviene sempre piĂą aderente al linguaggio beckettiano.
Arrivati a questo punto, il tentativo è riuscire a misurarsi con il testo integrale di Finale di partita, facendo tesoro del percorso e delle esperienze fatti sulla scena in tutti questi anni.
Lab Permanente